L'altra volta si parlava del Mazarol, e ora sistemando le varie cartelle del mio pc ho trovato questo articolo che voglio condividere con voi.
La prima parte è in dialetto la seconda è la traduzione...
'L era an omet picenin, vestì de rosso, che lassea le peche dove el passea.
Quando la dent metea el piè su ste peche, non l'era pi bona de vegner fora e i girea intorno perdendose.
Na olta an om el se avea venturà su le boe de Scarnia e 'l avea mess an piè su la peca del mazzarol, e non 'l era pi bon de vegner a casa.
Anche la sorela de me nono l'era andata sui borai de Scarnia e non l'era pi bona vegner fora, e l'ha scominzià a osar: "Vegné a torme! Son su le boe de Scarnia !"
E 'l era vero che la se avea persa.
Non se sa el perché.
Se pensa l'avess mess la scarpa su la peca del mazzarol.
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Era un ometto piccolo, vestito di rosso, che lasciava le impronte dove passava.
Quando la gente metteva il piede su queste orme, non era più capace di venirne fuori e girovagava a vuoto, finendo per perdersi..
Una volta un uomo era andato sui borai dello Scarnia e aveva messo il piede sull'orma del mazzarol e non era più in grado di tornare a casa.
Anche la sorella di mio nonno era andata sui borai dello Scarnia e non era più capace di venirne fuori, e a cominciato a urlare: "Venite a prendermi.
Sono sulle boe dello Scarnia !"
Ed era vero che si era persa.
Non se ne conosce la ragione.
Si pensa che abbia messo la scarpa sull'orma del mazzarol.
[Villabruna di Feltre (BL), ott. 1992; Gina, a. 65, contad.; E. Ricci]
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